domenica 1 settembre 2013

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante: Larry Stylinson, il ritorno.

Ehi, amici, siamo vive. Se stavate digitando il numero di Chi l'ha visto? o vi stavate tagliando i polsi con un foglio di carta incapaci di sopportare ancora la nostra prolungata assenza, stop it! Le vacanze, a quanto pare, hanno preso il sopravvento (il mio colorito bianco cadaverico lo dimostra, per quel che mi riguarda) e la socia e io abbiamo coronato il nostro amore twice in quel di Firenze. MA - visto che immagino non vi interessi una beneamata mazza - veniamo al post e, prima di questo, a una precisazione necessaria per la vostra salvezza.

Avvertenze: il post che segue va consumato a stomaco vuoto, a cuor leggero e mente spensierata. Nel caso ciò non dovesse accadere e iniziaste a shippare selvaggiamente Larry Stylinson, immaginandovi trame pornazzare, e a cercare gif pervertite su Tumblr, contattare immediatamente il pronto soccorso più vicino. Si occuperanno loro di richiedere un TSO d'urgenza, non preoccupatevi. 
Ah, dimenticavo. Il cagotto a spruzzo e gli attacchi di vomito in stile Esorcista sono sintomi comuni che passeranno nel momento in cui verrete internati e sedati.

La nostra storia comincia con Eleonor, tacchi Jimmy Choo e un broncio invidiabile perfino da Kristen Stewart alla sua migliore interpretazione sul red carpet (qui mentre compete per il best smile award), e Louis, una Porsche sotto al culo e l'allegria di Mercoledì Addams, che arrivano a casa di Simon Cowell, patrigno di lui, il quale, scopriamo subito, si vanta di essere un inglese (che crimine atroce!) e ha appena assunto un domestico da cui si fa chiamare sir e che - suspense creata ad arte dalla sottoscritta - altri non è se non lui, Harry, colui che ha “ricci castani resi quasi dorati dal sole, occhi grandi e chiari, spalle larghe e muscolose, fianchi stretti, gambe lunghe”. Il Naomi Campbell bianco dalla lunga falcata colpisce immediatamente il nostro finto-etero con la ragazza come copertura (vi ricordo il #gomblotto del management di cui vi abbiamo già parlato qui). [Da precisare che qui, se non altro, Eleonor e Louis sono solo migliori amici.] Comunque, nella magione del patrigno passano i giorni, ognuno identico a quello precedente, si fa il bagno in piscina, si gioca a golf, si va a fare shopping e si sorseggiano Martini a non finire. Roba di tutti i giorni, insomma. E, visto che la noia è caratteristica comune dei ricchi fyccinari, ci sembra giusto organizzare una festa in piscina, a cui partecipano "il nuovo Justin Timberlake", Liam Payne (la somiglianza - qui - è notevole, non trovate? Il figlio illegittimo proprio), il chitarrista Niall Horan, il modello Dior Zayn Malik (ok che è un CBCR ma non fatemi ridere, vi prego) e la popstar di fama mondiale Ed Sheeran, aka il Dante de noantri. Party al limite dell'orgia che lascia il nostro signorino Louis alquanto brillo e sonnolento il giorno successivo. Si sa, coca (cola?), alcol e sonno sono la tempesta perfetta per attuare l'attacco al bel cameriere, che, da perfetto lavoratore, esegue tutte le mansioni che gli vengono domandate: "«in ginocchio» ordina [Louis], autoritario. [...] Harry Styles che si prostra al suo cospetto, col suo volto pallido e severo all'altezza del cazzo di Louis. Louis non sospira, se potesse fermerebbe anche il proprio cuore, ma socchiude per un istante soltanto gli occhi e poi «apri» dice, in una voce che non riconosce come propria. Ed Harry esegue."
Visto? Chi non vorrebbe assumere uno che fa tutto quel che dici? È lo schiavetto perfetto!
Ora, mi sembra doveroso dire che a me piace come la nostra autrice scrive. Il suo è uno stile ben al di sopra della media delle fyccinare dell'Efp, alcune metafore che usa in quel che finora ho letto sono davvero ricercate e perciò non posso assolutamente dirle niente in questo. Anzi, tanto di cappello per non avermi fatto vomitare l'anima come succede di solito. Quel che mi lascia basita è il contenuto:

Con un solo movimento del bacino, uno scatto repentino, è per metà dentro Harry. Lo sente gemere, trattenere il fiato, emettere lamenti microscopici ed incomprensibili, ma dentro quella litania riconosce un "Louis" che è come un tradimento ed allora si spinge ancora più a fondo, preme le dita dentro la carne adesso rossa rossa per gli schiaffi, "non osare mai più pronunciare il mio nome" sibila dentro l'orecchio di Harry e l'attimo dopo sta uscendo dalla sua carne, si sta sputando sulle dita, si sta masturbando con uno, due, tre movimenti del polso e poi è di nuovo dentro quel culo, dalla punta alla base, fino ai testicoli duri e pieni. Ed Harry sta piangendo. Intorno al cazzo di Louis, la sua carne è impossibilmente stretta. Louis prova dolore, stringe i denti, strizza forte gli occhi, ma resta sepolto dentro di lui, roteando il bacino, ridendo senza neanche registrare il gesto. "Ti sto dilaniando" gli spiega, premendo il ventre contro la sua spina dorsale sottile, contro ogni vertebra accentuata e sporgente, contro i muscoli dorsali delineati come piccole ali. E poi, improvvisamente, succede: Louis esce quasi completamente dalla carne di Harry e lo vede, il proprio cazzo sporco di sangue. 

Fatemi capire.
Vi eccitate immaginando questi due poveri cristi che si inchiappettano in tutti i luoghi, in tutti i modi, in tutti i laghi? Vi risulta così assurdo shippare selvaggiamente due esseri senza ridurli a due bamboline della vostra (non tanto sana) fantasia? Perché ok, lo yaoi abbiam capito che vi piace (e pure tanto), ma credo che a tutto ci sia un limite. Lungi da me perdermi in discorsi di bigotteria astrusa senza alcun senso, ma... due video su youporn no, eh? 

Qui il link, non sull'Efp,
per il quale ringrazio @marcopist.

Angolo dello schifo quotidiano che non c'entra niente col post:



Capita che tu venga violentata.
Capita che ti violenti un figo pazzesco e, allora, vabbe', cosa vuoi che sia.
Capita che lui si riveli uno stronzo solo in superficie e nasconda un cuoricino tenerello che ha sofferto a causa molto probabilmente dei genitori separati o cattivoni con lui.
Capita che a te, violentata dal bonazzo di turno dal cuore dolce ma dal comportamento barbaro, venga voglia di salvarlo, facendolo innamorare di te.
Capita?
Io dico...

venerdì 12 luglio 2013

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante: quando lo stupro diventa mainstream.

Ho sempre pensato che esistessero cose sulle quali non avrei mai scritto alcunché. Non solo perché non mi ritengo brava a scrivere, quanto piuttosto perché esistono dei temi talmente delicati e sensibili da dover essere trattati esclusivamente dopo delle ricerche accurate, con una preparazione e un'accortezza che, per come la vedo io, non sarebbero mai sufficienti. Avrei terribilmente paura di urtare qualcuno, di ferire con le mie parole che, per quanto pensate e sentite dal profondo, potrebbero essere troppo crude per chi ha vissuto sulla propria pelle, con le proprie lacrime e le proprie angosce quotidiane un dramma che non può essere spiegato a parole. Preferisco scrivere di cose più futili, se vogliamo, trattare qualcosa di più leggero come le questioni del cuore e l'assurdità delle relazioni familiari, qualcosa che conosco, che vivo tutti i giorni e di cui posso dirmi testimone. Per questo fisso quella dannata pagina di Efp da un'ora, coi capelli ancora bagnati dallo shampoo e l'incapacità di dirvi quello che mi sta riempiendo la testa. Quel che non va in questa fyccina è ormai una delle cose random che vi si piazzano pur di ottenere popolarità sul sito e una marea di recensioni come piovesse. Sto parlando dello stupro, una di quelle atrocità che ancora non mi riesco a spiegare e che è così mainstream tra le psichelle che credono sia un qualcosa da provare, perché, sia mai che ti violenta un tipo figo, oh. Volete mettere, piuttosto che un cesso a pedali, ceh.
Ho il disgusto.
Perciò ho deciso che vi riassumerò brevemente i capitoli che ho letto, giusto per informarvi che la nostra, oltre ad aver sodomizzato una grammatica e violentato le più comuni e basilari regole dell'italiano standard, mi ha provocato il voltastomaco e quasi mi è passata la fame.
C'è Hayley (che odio già perché si chiama come una delle mie protagoniste di ere geologiche fa) che, non avendo dindini, si trova costretta, durante una crociera (ma se non ha i soldi, diobono, che crociera fa?!), per andare dalla nonna (che fin dai tempi di Cappuccetto Rosso porta sfiga andare a trovare), a dover dormire nelle cabine maschili perché, gente, quelle femminili erano finite. Mah, ho i miei dubbi che si facciano crociere economiche per i poveretti della città e si usino come traghetti, ma sorvoliamo. Così come non commentiamo il fatto che questa squinzia debba dormire con un maschio: praticamente il sogno di ogni adolescema, soprattutto se ciò implica avere in cabina Justin a cui ti presenti come Trevor e che ci crede pure. Passa la prima notte ed Hayley, aka #TheGeniaccio, scopre che Justina ha una pistola (!) ed è un ragazzaccio (!!)... in crociera. Mh, ok, ci stiamo credendo, continuiamo. Allo stesso modo crediamo a una scena che ha dell'assurdo: lei, finalmente sciolti i capelli e tirate fuori le tette dalla fascia con cui si toglieva l'aria (magari era meglio la stringesse attorno al collo, just sayin'), esce dalla doccia e si sfracella, nuda come un verme, al suolo, facendo sì che Giustina The Saviour arrivi e, attenzione!, scopra che il pisy non c'è mai stato. Bam, il radar acchiappa-gnocca gli si illumina come le vetrine sotto Natale, scatta il cambio della guardia e l'alzabandiera a Buckingham Palace e si pensa subito a quagliare. Non prima però di aver minacciato #TheGeniaccio con delle paroline che le fanno fare la pupu nel pannolino: “«non dirò a nessuno il tuo segreto, ma resterai chiusa qui e farai quello che ti dico io. Ho una pistola, non mi costa niente puntartela e farti fuori» disse prima di iniziare a baciarmi”. Giustamente, il gran segreto non può essere rivelato (e che sarà mai, dico io) e dunque... cosa fare? Per caso, sferrare un pedatone sugli zebedei di un tizio che in zerodue ti si avventa sul collo "per lasciare poi una scia umida di baci" e quindi scappare il più velocemente possibile lontano da quel bagno per poi denunciarlo? No! Ma vi pare? Non siamo mica nel mondo reale qui, dove essere minacciata non è esattamente l'aspirazione di ogni donna al mattino e pensare a una violenza sessuale non provoca alcuna emozione positiva, dai. Qui siamo a Fyccinalandia, dove il tuo stupratore è un essere da comprendere, di cui innamorarti e mascherare il tutto sbandierando che sei affetta da Sindrome di Stoccolma dopo due minuti [ciao, mitica, abbiamo contribuito a far eliminare "Slave": #SorryNotSorry. Divertitevi a leggere qui le motivazioni di Erika]. Ed ecco perché non mi sorprende che questa tarata non solo accetti, ma obbedisca come un cucciolo sperduto, così come non mi sorprende (ed è gravissimo) che ci sia gente che pensa che, durante uno stupro, si possa provare piacere. Sì, avete letto bene. Hayley prova piacere mentre viene stuprata analmente e crede pure di aver perso la verginità. Ora, visto che mi sta cogliendo un rigurgito talmente forte che potrei rimettere, preferisco lasciarvi leggere questo schifo e verificare da soli a quale punto siamo arrivati.

Mi bloccò al muro, ero intrappolata dalle sue possenti braccia ed eravamo faccia a faccia.
“Girati”mi ordinò.
“Cosa vuoi fare?” chiesi impaurita mentre lui mi girava faccia al muro tenendomi per i fianchi.
“L’hai mai fatto?” chiese.
“Dio Justin, ti prego, sono ancora vergine” supplicai.
Sentivo la sua risata anche se ero girata.
“Sarà ancora più bello allora” disse.
Iniziò ad abbassarmi i pantaloni, mentre il mio corpo era poggiato sul muro freddo.
"Justin..” gemetti.
“Shh, sarà bello,piccola” disse.
Volevo andarmene, sferrare un calcio e fuggire. Ma non  potevo, era impossibile. Vidi che aprì una bustina con i denti: preservativo.
“Sicuro che non farà male?”  chiesi.
“Te lo prometto, farò piano” disse.
Piano piano riuscì a farmi venire ed io non riuscivo a crederci che poco fa mi ero fatta inculare da un ragazzo che possedeva armi da fuoco. Era incredibile.
"Ti è piaciuto?” chiese Justin quella mattina appena aprii gli occhi.

Faccio, intanto, i miei complimenti per la finezza da scaricatore di porto alla bimba e, subito dopo, a rockmeliam per aver scritto una scena epica in quanto a idiozia e errori (sarebbe meglio dire orrori?).
Vi giuro che non ho parole. Io non so cosa cosa abbiano messo nel cervello della gente per poter anche solo lontanamente pensare che uno stupro possa essere in qualche modo giustificato o per credere che una ragazza, lì lì per essere violentata, domandi al suo aguzzino se le farà male. CAZZO, IDIOTA, CERTO CHE TI FARÀ MALE, NON SEI CONSENZIENTE! TI STA PER VIOLENTARE, CRETINA! Dio, come si fa ad essere così stupide? Come puoi pensare di scrivere che lei possa raggiungere l'orgasmo? Perché non sai, è chiaro, perciò mi domando: perché lo scrivi? Ho letto di donne che non ne hanno più avuto uno da quel momento, di ragazze che hanno affrontato un calvario in terapia per riacquistare coscienza del proprio corpo e imparare ad amarsi nuovamente e penso soltanto che sia qualcosa di inimmaginabile. Mi domando allora: perché devi sputare su tutte le donne che hanno subito una violenza del genere e offendere chi abbia un po' di senno e giustamente provi disgusto per queste barbarie? Una recensione ti cambierà la vita? Pensi davvero che essere stuprata sia sinonimo di far sesso, come sembri affermare giusto due righe più giù?
Scusate ma ho il voltastomaco.
Da donna, mi sento offesa e non capisco come qualcuno possa scrivere simili stronzate, per di più una ragazza. Non mi importa di quale età sia colei che scrive, non trovo scusanti attendibili da poter essere addotte. Sei piccola? Non ne parli, sei troppo immatura per poterlo fare. Se più grande? Studia, leggi, affoga nei libri, informati. FA QUALCOSA. Ma non pensare che quello che hai scritto sia normale e che le recensioni positive siano meritate. No, è sbagliata la storia, sono sbagliati i commenti entusiasti (c'è chi si dice emozionata, voglio farvelo sapere) ed è sbagliato postarla online, su un sito in cui tutti possono leggerla. A dire il vero, non avrebbe mai dovuto vedere la luce. Tutto quanto è sbagliato. Ivi compresa la grammatica.
Cara rockmeliam, mi dispiace, perché so quanto sia brutto ricevere opinioni negative, ma finirai dritta tra le segnalate di Efp. Mi sono altamente rotta di leggere cose del genere in un sito strafrequentato da ragazzine di ogni età. Qui perculiamo le fyccine scritte coi piedi, prive di una trama consistente e con personaggi con un'introspezione più fine di una carta velina ma al momento non ho voglia di ridere. Sono davvero disgustata.
Concludo questo post sconclusionato ringraziando @SondaBB per avermi illuminata sull'esistenza di questo schifo (e di tutte quelle che mi segnala) e mi congratulo nuovamente con la Chiù per aver superato il test d'ingresso  Goditi il momento, Monday is coming!
Ora vado a dimenticare di aver letto questa cosa, mi attende Roma domattina e vorrei poterla non portare con me.
Qui il link sull'Efp.
Decidete voi che farne.

[edit 14/07/2013: l'autrice, che su Twitter si dice spaventata per la segnalazione all'amministrazione (manco fossero le SS), ha cancellato la storia. Non so voi, ma io sono contenta che sia sparita]

martedì 9 luglio 2013

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante: ovvero quando speravi che Rosita fosse solo la gallina di Banderas.

Abbiamo già dimostrato qui che le regole di Efp possono essere passibili di molteplici interpretazioni e che il suo regolamento potrebbe aver bisogno di un po' più di chiarezza su ciò che può essere pubblicato oppure no, ma quando violi le più banali regole della grammatica italiana (che si suppone essere la tua madrelingua, nella stragrande maggioranza dei casi) solitamente non vieni bannata dal sito, piuttosto ti si elimina tutto quel che farebbe vomitare per l'orrore forse anche Lapo Elkann. Ho detto forse, non sbraitate. #EInvece, c'è chi riesce a ottenere ban come fossero punti della Coop per le pentole ma torna come un raffreddore, puntuale ogni autunno a scartavetrarci le narici. Ed ecco che scopriamo con orrore che Rosita è tornata, non fa più le uova nel Mulino Bianco ma pubblica fyccine che puntualmente Erika & company eliminano un giorno sì e l'altro pure, e che, incurante, riprova sempre, un po' come quando da piccola mi ostinavo a credere che esistesse al mondo un Kinder Bueno con scritto "Hai vinto!".
La protagonista fycciniana in questione si chiama Hope, come la figlia di Brooke di Beautiful: segnatevelo, già questo è un indizio. Ha vinto un M&G coi suoi aidols, ma non riceve minacce di morte via Twitter e insulti arroganti e da denuncia su Facebook: altro indizio, siamo in una fyccina e non nella realtà (Flora ci darà ragione). Eccola lì, emozionata, mentre corre giù per le scale scapicollandosi per la colazione al volo, perché "sto per realizzare il sogno di una vita" (vana, aggiungo io), con la mamma che cronometra i tempi peggio dell'allenatore di Usain Bolt: "Il treno per Verona parte alle 8.30 , quindi sbrigati perchè per arrivare alla stazione ci vuole 20 minuti e ora sono le 7.40 e hai solo venti minuti circa". Madre, per Diana, calmati, sembra tu sia più emozionata di tua figlia. Non fare la bimbaminchia!
In un paio di righe, siamo alla stazione, poi sul treno, poi davanti ai mitici One Direction e "alcune piangono altre non riescono a realizzare quello che le è accaduto" mentre lei, la piccola Hope (mi raccomando, l'acca aspirata di brutto fa più figa) rimane impalata come un lampione finché Liam, quello nato morto, per intenderci, le si avvicina, l'abbraccia manco la conoscesse da anni e se ne esce con un "Ciao bella , come ti chiami?". Non contento, il marpioncino, la agguanta, la sbaciucchia sulle guanciotte e le chiede pure il Twitter per seguirla. Quando si dice "amore a prima vista"!
E mo basta, Hope, te ne devi andare, santo cielo, il tempo è scaduto, torna ad essere la Cenerentola de noantri e a frignare un tweet dietro l'altro. Ma, non temete, genti, ha un nuovo follower che, incurante del fatto che i suoi messaggi vengano letti (se non imparati a memoria) da tutte le adolesceme che lo seguono e lo intasano di "plis, Liam, follow miii x178", le scrive "Stasera vieni un po' prima dell'inizio del concerto e vai sul retro , ho detto a Paul di farti passare , a dopo , ciao bellissima <3". 
Ora, non so voi, ma se a me un tizio, famoso o non, che mi piaccia o meno, manda un messaggio del genere facendo presagire che mi vuol ribaltare in tutti i luoghi, in tutti i modi e in tutti i laghi, non starei a urlarlo in un bar ma correrei a chiudermi in casa, cancellando tutte le mie tracce dal webbe. Ok, forse non così esageratamente, ma questo ti si vuol fare, Hope, e tu sei una bimbetta. Non si fa, NO! Vai a giocare con le bambole, dove corri? A prepararti? Sì, va bene, vai a farti togliere il pannolino da mamma, lascia il ciucciotto a casa e parti coi filmini pervy che fan pulsare le vagy, dai. Sto aspettando il seguito, perché il rating è arancione e tra gli avvertimenti troviamo Lime, ma, attenzione!, abbiamo pure "tematiche delicate" e "drammatico". Dove per drammatico immagino si intenda la violenza sessuale su una minorenne da parte del nostro nato morto, vittima di bullismo e con un solo rene fino ai 17 anni. Oh, se avverrà! So che aspettate il seguito in fremente attesa come me. Purtroppo, temo non avverrà, perché qualcuno provvederà a far sparire questa piccola perla di amenità e orrori grammaticali - che sono sicura avete appurato senza che ve li abbia fatti notare - nell'oblio in men che non si dica, se tanto mi dà tanto.
E io, a questo punto, mi domando, dall'alto del #TeamSaveItalianLanguage (ciaone, sta pure su Fb ora, in attesa di essere messo a punto), esiste un girone dell'inferno specificamente dedicato a tutte queste pseudo dottoresse abortiste dell'italiano? Può il padre di una delle lingue che più amo al mondo aver scordato di inserire nella Commedia anche solo un piccolo falò per queste disperate del congiuntivo, affette da sindrome del Caps Lock e con le virgole malate di cagotto a spruzzo alla cazzum? Riportatelo in vita, deve liberarcene. E datemi un collirio adesso, sto piangendo sangue.

Qui il link sull'Efp.

edit 10/07/2013:
ieri ho lasciato una recensione a Rosita.
Vi allego anche la sua risposta. Traetene voi le conclusioni.
Mi rifiuto di controbattere al fatto che la sua grammatica faccia fare la pupu al pisy.

lunedì 24 giugno 2013

Lettera aperta: sulle tredici ragioni per bestemmiare.

Il mio ultimo post ha spinto un'autrice di ficcyne a cambiare il proprio profilo da autore a lettore, cancellando così tutta la sua florida e multicommentata produzione di fantasia. Stiamo parlando di anns, la quale su ask si è giustificata così:
Ok allora, a parte che l 'ho scritto anche nello spazio autrice, perciò non è che non ho detto nulla quindi calma, non ho ricopiato tutto da cima a fondo cazzo, ho riscritto tutto di mano mia, aggiunto personaggi e cambiato particolari, e non ho MAI detto che è tutta farina del mio sacco. Quando mi facevano complimenti consigliavo sempre il libro e dicevo che non è tutta farina del mio sacco e che quella storia era più un esperimento per me, non mi sono mai presa il merito.
Però ok avete ragione voi, e finitela di stressare che sono in vacanza cazzo ahah
Quanto segue, manco a dirlo, è qualcosa che dovevo proprio dire.
Cara anns,
punto primo certo che ho ragione io, sarò pure una stronza che si atteggia da arrogante nello spazio che le appartiene (aka questo blog) ma sono anche una che si informa prima di parlare. E come si può leggere nell'incipit del blog incriminato, ti ho concesso il beneficio del dubbio e mi sono trattenuta dal puntare il dito e gridare al plagio. Ho letto metà della tua fanfiction su quella ho scritto il post, con l'idea di farne poi un altro con la seconda metà. Nel mezzo sono partita tre giorni al mare e in questo lasso di tempo ho avuto modo di leggere il libricino indegno a cui hai chiaramente e pubblicamente sostenuto esserti ispirata.
Non mi diverto a segnalare storie sull'EFP, è successo anche a me - ed ero nella più assoluta buonafede con una trama originale al 100% - e ho detestato soprattutto il fatto che il sito non abbia una qualche stupida funzione automatica che ti segnala quando questo accade ma ti mette a fronte dell'accaduto solo dopo che ha valutato la tua presunta colpa e già deciso cosa fare di te e del tuo lavoro. Il tutto senza darti la possibilità di difenderti o spiegare, perché a quanto parte l'utenza della comunità è troppo vasta e le segnalazioni troppo numero per imbastire dei simili-processi a qualcosa che forse considerano valere meno di zero. Non ho mai nascosto quanto questo modo di procedere mia stia stretto, forse più della vaghezza del regolamento stesso che è passabile di infinite interpretazioni in più e più punti, motivo per cui ti ho contattata e ti ho comunicato quanto avevo fatto, spiegandoti brevemente i motivi e confidando in una qualche forma di onestà intellettuale che non intendo prendermi la briga di insegnarti adesso, con questo post.
Inutile dire che leggere poi quanto ho citato qualche riga più sopra mi ha fatto cader le braccia e a reso doverosa una spiegazione più approfondita.
Ispirarsi a qualcosa di pubblicato non vuol dire prendere lo scheletro, la struttura dell'opera stampata per svuotarlo e riempirlo di personaggi inventati. Non vuol dire cambiare i nomi e i tratti somatici dei protagonisti, non vuol dire cambiare la materia preferita di Lydia/Hannah da attualità a religione.
Ispirarsi, per quel che mi riguarda, avrebbe voluto dire sfruttare si la cosa della voce narrante suicida che parla per tramite di tredici (ma non necessariamente tredici, ne sarebbe bastata una soltanto magari o il doppio, o quante ci pare) cassette registrate, ma con degli episodi totalmente diversi da quelli del testo originale. In questo caso gli episodi e persino il loro ordine coincideva pari passo:
- il ragazzo che dice di aver fatto zozzerie con lei
- il ragazzo che la classifica miglior culo del primo anno
- la prima amica che si sente tradita perché mentre lei è classificata chiattona Lydia/Hannah è la più figa ed ecco che siccome è una troia (nda collegarsi al primo pettegolezzo) sicuramente si è fatta pure il tizio della lista che era pure il terzo membro del trio d'oro, gruppetto che si trovava ogni giorno nello stesso locale, stesso tavolo, e apriva le sedute con una frase di rito
- il compagno di scuola guardone che la fotografa e le ruba la sicurezza della casa/stanza
- quella con la reputazione di brava e gentile che si finge sua migliore amica, la aiuta a scovare il guardone, sparisce e poi torna quando ha bisogno di un passaggio per andare a una festa e lo chiede a Lydia/Hannah perché così la sua reputazione di persona gentile è salva (nda no, non ha senso, non tentate neppure di trovarlo)
Metà della fanfiction segue pari pari ogni singolo episodio del libro, e davvero non è necessario che continui ad elencare lo squallore di questa opera stampata che davvero, il trionfo del vittimismo e della ficcyna per bimbeminkia.
Ma al di là di quanto poco mi possa esser piaciuto, 13 di Jay Usher è carta stampata. Protetta da diritti d'autore, tutelata dalla legge contro plagi e furti. Non c'è ispirazione che tenga o giustificazione che possa esser pronunciata davanti alla realtà delle cose: hai pubblicato a nome tuo il lavoro di un altro, limitandoti a cambiare i nomi e i piccoli dettagli che hai ammesso di aver modificato. Il resto è uguale, ma peggio ancora nei capitoli figurano di tanto in tanto gli stessi incipit del libro, la stessa struttura inframezzata dai simboli play pausa e stop del libro. Ecclatante il caso dell'episodio riguardante Harry/Clay, dove la registrazione si apre con un "Oh Romeo Romeo. Perché sei tu Rome? Buona domanda Giulietta. Vorrei tanto saperlo anch'io", esattamente come nel tuo capitolo!
La segnalazione te la sei meritata tutta e mi dispiace davvero averlo dovuto fare. Uno perché so da me quanto sia spiacevole ricevere notizie di questo tipo, due perché è una cosa odiosa da fare. Non sono cattiva e non mi diverto a segnalare, mi sento spesso in colpa quando lo faccio e mi sono sentita in colpa nel lasciarti il commento in cui ti dicevo che l'avevo fatto. Ma fondamentalmente hai rubato il lavoro di un'altra persona e ci sono delle regole, all'interno dell'EFP che ti impediscono di farlo. Dici che hai cancellato le tue storie perché eri stufa la gente le copiasse e sfruttasse la tua fatica, il tuo lavoro, per pubblicare delle copie mal riuscite dei tuoi sforzi: cosa pensi di aver fatto nei confronti di questo Jay Usher?
Non ti scrivo perché mi piace vincere facile, né mi aspetto una risposta. Vorrei solo ti fosse chiaro il perché ho agito in una determinata maniera e non era mia assoluta intenzione mettere un freno o un punto fermo circa la tua partecipazione all'EFP. Non scrivi male, quando quello che scrivi è tutta roba tua, ma nel caso di 13 reasons why hai toppato alla grandissima.
Non vinco io, che odio queste situazioni nonostante abbia ragione e mi trovo estremamente disagio nel dover spiegare qualcosa che invece ritengo essere chiarissimo e lampante, e non vinci tu che hai cancellato tutto quanto dal sito. Non vince nessuno, è solo un peccato. La prossima volta, magari, pensaci due volte su prima di appropriarti di qualcosa che non è tuo. Per il resto, buone vacanze.

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante: ovvero il rispetto? Cos'è, si mangia?

Quando, grazie alle tante segnalazioni all'amministrazione di Efp, quelle orrende “storie” ambientate nei campi di sterminio di cui vi ha abbiamo parlato qui e qui sono sparite dal sito, ho tirato un sospiro di sollievo. Sembrerà poco, lo so benissimo, ma ho fatto una promessa tanti anni fa e intendo mantenerla ad ogni costo; far sparire quei cosi che infangavano la memoria e, soprattutto, trapelavano una mancanza di rispetto che invece ritengo insindacabile e dovuto è stato, per me, un modo per onorarla. E non sapete quanta poca voglia abbia adesso di scrivere l'ennesimo post che gronda tristezza e rabbia. In realtà, non ne ho proprio, se devo essere sincera, ma lo reputo un dovere ed eccomi qui, a fissare lo schermo riempirsi di parole che mi affollano la testa e che non riesco a dire a voce alta, a domandarmi cosa prenda a quest'insensata generazione per essere così stupida e meschina, per trovare ancora il modo di descrivervi lo schifo che ho avuto leggendo questa robaccia.
Siamo nel 1943, “periodo della sanguinosa Seconda Guerra Mondiale. Questa vicenda si svolse in una cittadina nei pressi di Aushwitz”, e madre e figlia, rifugiatesi a casa di uno sconosciuto per sfuggire ad un controllo nazista porta a porta, vengono catturate e spedite a Auschwitz (perché è così che si scrive e anche Google lo sa). Ma, aspettate, vi ho detto che il soldato Niall si innamora a prima vista dell'ebrea Rosi? Bam, colpo di fulmine! Sarà stato per i suoi due occhi (ma va? Io pensavo ne avesse, che so, otto!) “nerissimi e lucenti come le ali di un corvo che lo fissavano intensamente leggendogli dentro”, secondo voi? Ad ogni modo, Rosi, non è servito sbattere gli occhioni da cerbiatta per salvarti, non ancora almeno. Eh, come sono insensibili questi nazisti, vero? Infatti, finisce allo stesso modo in un campo di sterminio, girato l'angolo di casa in pratica. In cui, udite udite, la nostra Rosi subisce due stupri e poi la lancia in faccia all'aitante biondino SS ma dal nome inglese che l'ama dopo un giorno o due, non so dirvi precisamente, ma mi capirete se non ho prestato particolare attenzione.
A questo punto, ho chiuso la pagina troppo schifata. In pratica, ho iniziato di malumore e ho finito per incazzarmi. Come si può pensare che una ragazzina di quindici anni subisca non uno, ma due stupri, da due uomini differenti, e la prima cosa che pensi, il giorno dopo, sia di far l'amore con la persona che ama? Tralasciando che ha conosciuto 'sto Niall un paio di giorni prima per cui anche parlare di amore per me è un'offesa verso tutti quelli che provano davvero un sentimento del genere e che di sicuro non si “accende” con due occhi e un sorriso, si può essere talmente stupidi? Mi rivolgo a voi perché io davvero ne ho le palle piene di chi, predicando rispetto giornalmente per i propri idoletti, porta avanti insensati melodrammi ambientati nel periodo che credo uno dei più delicati e difficili della storia umana e ci piazza dentro una caterva di tragedie a più non posso con la delicatezza di un elefante in una cristalleria al solo scopo di suscitare una pietà e commozione irreale, mossa soltanto dalla "presenza" di cinque cantantuncoli, e volta ad ottenere più recensioni positive possibili. Mi domando, a questo punto, se non vendereste anche vostra madre (sempre che non sia già morta per farvi avere più followers su Twitter) pur di ottenere quel briciolo di attenzione che vi sembra più necessaria dell'ossigeno.
Il vero problema è che non vi servirà a niente studiare di più storia a scuola per evitare queste oscenità, perché quel che vi manca è il cervello. Fosse per me, vi spedirei in blocco, di peso, una ad una, in un campo qualsiasi, a toccare con mano il peso della storia, a pestare la stessa terra di milioni di persone morte o mai più state le stesse che hanno varcato quei cancelli, a sentire gli occhi pungere e non poter piangere per rispetto.
RISPETTO.
Quello che voi neanche conoscete, figuriamoci se potete, anche solo lontanamente, provare.
Quel che vorrei è farvi provare per un attimo soltanto cosa sia stato quel periodo, cosa significasse vivere (se di vita possiamo parlare) in un lager e come sia assurdo pensare che una Rosi qualsiasi potesse aggirarsi per le sue stanze. Non siamo in un hotel, cazzo. Non siamo in una vacanza-premio in cui ti innamori dell'animatore turistico belloccio di turno. E non siamo, fortunatamente, più negli anni '40. Siamo di una ficcyna di merda, sgrammaticata, insensata e, cosa più grave di tutte le altre, irriguardosa verso tematiche delicate come è una violenza sessuale. No, mi spiace dovertelo dire, ma non avrai voglia di far l'amore il giorno successivo con l'uomo della tua vita. Né il giorno successivo. Né quello a venire. Probabilmente anche il solo essere sfiorata da un uomo ti farà raccapriccio. Ci vorrà del tempo, della terapia e tanto amore unito a una pazienza infinita. E forse mai lo supererai del tutto. Di sicuro non lo scorderai, purtroppo.
Lo so, gente, lo so. Sono una stracciamaroni assurda e quando tengo davvero alle cose lo divento più di quanto non lo sia normalmente. Penso mille volte a quello che scrivo e mi domando costantemente se quello che scrivo possa essere ritenuto offensivo per qualcuno, perché ho imparato che il tatto, nel trattare con gli altri, è la qualità essenziale e, sebbene sembri una stronza sputasentenze acida e fredda, ho un cuore e mai e poi mai mi sognerei di pubblicare cose indecenti come queste. Per cui, ragazzina cara, la prossima volta, accendi il cervello e, dopo un'accurata analisi su Wikipedia, domandati se sia il caso di scrivere puttanate come queste con una leggerezza e insensibilità che mi danno i brividi e il voltastomaco.
Questo, perdonatemi, dovevo proprio dirlo. Fanculo.

Qui il link sull'Efp.
Se la segnalate anche voi, se vi va, non ci rimaniamo male.
Anzi, magari l'amministrazione si muove più
velocemente se inondata di segnalazioni.

[edit: non ce n'è più bisogno. La nostra ha provveduto a cancellare la storia. Evidentemente le tante recensioni negative che le sono piombate addosso hanno avuto l'effetto desiderato. Grazie a tutti voi
edit #2: no, è stata Erika a eliminare la storia. Mi ha scritto e ve lo riporto: "Grazie della segnalazione, ho eliminato questa storia sia per il contenuto che per gli errori di italiano."
Di nuovo, è anche grazie a voi, lettori adorati!]

sabato 22 giugno 2013

Cronache acide di una lettrice incazzata: tredici ragioni per bestemmiare, parte I.


Lydia Jones si è suicidata.
Eppure è lei la voce narrante di queste ficcyna liberamente ispirata a "13" di Jay Usher, prontamente inserito nel mio lettore ebook giusto per capire se siamo dinnanzi ad un ennesimo plagio sfacciato o se l'ispirazione è sincera (e mi raccomando non venitemi a chiedere il file in pdf che queste cose sono illegali eh!).*
Il punto è che Lydia Jones si è suicidata ma prima di farlo ha avuto la perversa idea di registrare tredici storie  su sette cassette - è così anni novanta che potrei piangere al pensiero di quando facevo la bulla con il walkman e ascoltavo le Spice Girls ciucciando goleador alla coca-cola - e di inviarle a tredici persone diverse con il compito di ascoltarle, sentirsi delle merde umane e poi trovare la vittima successiva designata dalla narrazione stessa. In allegato, una mappa su cui "sono segnati alcuni luoghi fondamentali per la storia. Non posso costringerti ad andarci, certo, ma se vuoi immergerti meglio nella narrazione".
Mi sento già di dire che per essere una tizia morta questa Lydia Jones sta stracciando le palle fuori misura. Perché ovviamente c'è anche un ricatto spaventoso, cosa credete? Se voi come me dopo la prima cassetta avreste preso il malloppo e giocato a "lancia le cassette nel bidone dell'immondizia più vicino", ecco che allora tutto quante sarebbe stato divulgato e la sputtanata sarebbe stata globale. Da cagarsi in mano, neanche #PoveroMalatoDiFiga nei suoi momenti bui incute più timore.
Inutile dire che se l'anonimo ascoltare, Harry Styles ci scommetto quel che volete, optasse per un pomeriggio di svago con lancia le cassette, ecco che non ci sarebbe la storia. Quindi, armiamoci di santa pazienza e possibilmente un ghiacciolo all'amarena per sviscerare le tredici ragioni che hanno portato 'sta spaccaminchia di adolescente ad una decisione tanto drastica.


Cassetta 1 - Lato A

Ovvero della volta in cui Louis Tomlinson si è finto impacciato e timidino per farla innamorare, le ha organizzato a capodanno una sorpresa tutte candele e casa vuota ma ha commesso la tipicamente americana (e degna del peggio telefilm) leggerezza di dire agli amichetti maschi di essersela bombata in cinque posizioni diverse quando invece la signorina tanto innamorata ha tirato il culo indietro e sigillato le gambe perché non si sentiva pronta.
Ora, lo so cosa starai pensando: un semplice pettegolezzo ti ha spinta a fare quello che hai fatto?

La risposta è no, un semplice pettegolezzo ha semplicemente rovinato tutto. Ha rovinato la mia speranza di adattarmi bene, la mia relazione con te, Louis. Ed ha rovinato la mia reputazione ancora prima che ne avessi una.
Un semplice pettegolezzo è stato solo l'inizio di tutto. L'inizio di una vera e propria valanga di eventi.
Io non penso che sia stato questo a portarla al suicidio, ma non perché non lo creda possibile: appurata la mentalità paranoico-egocentrica delle adolescenti di oggi, non mi riesce affatto difficile pensare che una appartenente alla suddetta categoria possa trovare plausibile una motivazione tanto stupida. Semplicemente mi rifiuto di crederlo perché lo spero per lei.


Cassetta 1 - Lato B

Ovvero della volta in cui Niall Horan, il biondo puttaniere, stila una lista dei culi più belli del primo anno, piazza Lydia Jones al primo posto (e Grace Arnott all'ultimo) e le rovina la vita facendo di lei un oggetto che tutti gli ormolesi della scuola posso spatugnare a loro piacimento. Perché è chiaro come la luce del giorno che Niall Horan ha il potere di decretare una cosa del genere e una lista di questo tipo (che io vedo girare per le classi dalle elementari senza mai provocare danni di sorta se non all'ego delle ultime classificate) sancisce una verità che Dio scansate, i tuoi dieci comandamenti non valgono un cazzo al confronto. Makes sense.

Sei qui non per quello che hai fatto, ma per le ripercussioni che quella lista ha avuto. E la responsabilità è tutta tua. Non del ragazzo che ha cercato di palparmi. Tua.
Perchè se solo quella lista non ci fosse stata, se invece di scriverla avessi passato quel pomeriggio guardando porno come tutti gli adolescenti normali, probabilmente quasi nessuno dei fatti che sto per raccontare sarebbe accaduto.
Semplice.
Ma tranquillo, non angosciarti. Anzi, sai cosa? Non scomodarti nemmeno a venire al mio funerale. Hai tutto il resto della tua vita per sentirti in colpa.
PENTITI!
Pentiti Niall Horan, colpevole di non aver guardato porno in gioventù preferendo farsi trastullare dalle ragazzette piuttosto che trastullarsi da solo. Pentiti e brucia all'inferno fino alla fine dei tempi.


Cassetta 2 - Lato A

Ovvero di quando il fantasma di Lydia Jones respira contro il registratore ed è la causa del colpo apoplettico dell'anonimo ascoltare nel momento in cui riprende a parlare. Fine della storia.
....
Seh, ci piacerebbe.
La verità è che la cassetta 2 contiene la storia di Grace Arnott la CulonaChiattona, ultima classificata nell'affidabilissima lista di Mister - Brucerai all'inferno - Horan. Che si scoprono essere le prime due persone che la nostra fantasmina perversa ha conosciuto nella nuova scuola, entrambi nuovi arrivati, entrambi forever alone. Non posso fare a meno di chiedermi, citando l'onnipresente e pluridetestata Carrie Bradshaw, come sia possibile allora che un nuovo arrivato e la sua lista di stocazzi abbiano così tanta influenza a livello scolastico. Mah. Mentre ci arrovelliamo su questo dilemma, la faccio breve e vi informo che Lydia e Grace ovviamente diventano culo e camicia in zerodue. E anche Niall fa parte della combriccola che si riunisce ogni pomeriggio al Red Velvet e dopo aver giurato "solennemente di non aver buone intenzioni" (Zia Rowling, perdonali perché non sanno quello che fanno") si raccontano vita, morte e miracoli senza nessun senso del pudore. Il dramma ovviamente esplode dopo la presunta favolosa scopata con il Plasticato e dopo la liste di Mr. Pentimento Horan. Le due si incontrano, e la CulonaChiattona accusa la sua bff di aver ciulato con il biondino del suo cuore. TRADIMENTO! Come hai potuto Grace ascoltare i pettegolezzi e non chiedere spiegazioni? Come hai potuto farle questa scenata di gelosia - perché palesemente sei innamorata di Niall - e accusarla di averlo fatto per avere il posto su quella lista? Non puoi semplicemente accettare il fatto che sei una CulonaChiattona?
Ed è stato allora che ho capito che tu non eri mai stata mia amica, che non ti eri mai fidata di me dall'inizio. Mi stavi accusando in base alle voci che avevi sentito a scuola, in base alla mia 'reputazione'.

(Louis, grazie ancora.)
E, cosa peggiore, mi stavi accusando di aver tradito la tua amicizia per uno stupido posto su una stupida lista.
Ho cercato di negare, di spiegarti. Ma non mi hai dato tempo nemmeno di finire una frase. La tua mano è stata velocissima e mi ha raggiunta ancora prima che realizzassi di stare per essere colpita.
Quando ho sentito il forte dolore alla testa mi sono resa conto che in mano avevi ancora il braccialetto d'acciaio e che senza volerlo mi avevi colpito con quello.
Mi hai guardato spaventata per un momento, poi la spavalderia ha avuto il sopravvento e te ne sei andata senza dire altro, lasciandomi al Red Velvet con decine di occhi puntati addosso.
Mi hai umiliata, Grace.
Ma, peggio di tutto, mi hai dimostrato che non mi potevo fidare di nessuno.
Ho una cicatrice, sai?
È piccola, alta su sulla fronte. Quasi non si vede, coperta dai capelli.

Lydia, non dare la colpa agli altri. Gli amici e il ragazzo di merda, alla fine della fiera, te li sei scelti tu.


Cassetta 2 - Lato B

Ovvero di quando Jeremy lo spione viene beccato a spiare. Quello che si è appostato sull'albero che da sulla finestra di camera sua e si è messo a fotografarla senza vergogna, quello che lei non ha denunciato alla polizia perché il pensiero che qualcuno la spiasse le "appesantiva lo stomaco". Inutile dire che al mattino dopo ha un grandissimo bisogno di parlare con qualcuno, ma siccome una persona competente è fuori discussione, ecco che si rivolge ad un'emerita sconosciuta che ha la fama di essere una buona ascoltatrice. Poi però non venire a lamentarti se la gente ti crede una facile, eh, visto che sei la prima a giudicare le persone in base alla loro reputazione. Non contenta, accetta pure di farla dormire in casa sua. Una sconosciuta. Però eh, bravissima ad ascoltare e a fingere porcate lesbo per far scattar foto al nostro povero guardone. Non lo beccano, non subito, ma il giorno dopo a scuola è evidente che sia lui il colpevole.
In ogni caso da quella sera ho sempre dormito con le veneziane ben abbassate. La luce delle stelle e della luna non entrava più in camera, l'avevo chiusa fuori.
Perchè? Perchè hai dovuto togliermi l'ultimo luogo sicuro che mi restava?
La mia casa... la mia stanza!
E, onestamente, avrei preferito non sapere che eri tu. Avrei preferito non odiarti e schifarti a tal punto.
La prossima volta, Lydia, chiama la polizia.


Cassetta 3 - Lato A

Ovvero di quando Molly Walker, la Stronza brava ad ascoltare, viene accusata di essere causa del suicidio di Lydia Jones. Perché la sconosciuta dell'ora di trigonometria, quando va dalla nostra defunta Jones a chiedere ma allora lo stronzo l'hai beccato?, si ritrova davanti un muro che non intende parlare ed ecco che giustamente torna a fare la sconosciuta che è. Mica una serata assieme vi rende bff, del resto, che ti aspettavi?
Quindi, quando mi hai chiesto di venire da me una seconda volta, di beccarlo nuovamente, ed io ti ho detto di no, il tuo entusiasmo è sparito repentinamente.

Ed hai smesso di parlarmi.
A trigonometria ti sedevi da un'altra parte, dimostrando di essere davvero matura, quando ci incrociavamo nei corridoi abbassavi lo sguardo o cambiavi rotta.
Ed io ho iniziato a scusarmi e scusarmi e scusarmi. In continuazione. E così facendo ho perso rispetto per me stessa, mettendomi in ridicolo per te. Perchè ero ridicola, non è vero?
Si, confermo. Questo tuo bisogno da cucciolo di attenzioni e considerazione ha sfiorato il patetico, tanto più con una persona a cui tu non hai permesso di avvicinarsi e di cui non sai nulla. Però volevi tanto essere sua amica, e quando lei ha reagito come ogni normalissima persona farebbe ecco che è colpa sua se ti sei suicidata. La logica non fa una grinza. E quando poi lei torna, a detta tua per salvare la facciata di persona gentile e disponibile, e ti chiede di andare ad una festa assieme ecco che vuoi vendicarti. Ecco che è una falsa. Ecco che devi farle qualcosa di brutto. Tipo una foto assieme, scattata proprio da Jeremy. Come questa possa essere considerata una vendetta, sarò sincera, non mi è affatto chiaro.
Lydia, cara, forse hai ragione a dire che sei completamente impazzita.
Dici un sacco di fregnacce, specie per una persona che è già morta.

Cap. 1 -  6, qui il link all'EFP.

*Nel momento in cui pubblico ho ben che ultimato la lettura del libro in questione e posso affermare senza paura che siamo davanti ad un platealissimo caso di plagio con tanto di segnalazione per le storie scelte. 
Ora  anns, l'autrice, vanta un'ennesima segnalazione. Per aver rubato  una trama che non le apparteneva.

mercoledì 19 giugno 2013

Cronache acide di una lettrice incazza: diamo la colpa al caldo.


Finalmente è arrivata l'estate.
Dico finalmente perché sono una creatura marina, ma dovrei dire mannaggiaacristo perché mi ritrovo nella situazione di andare a fisioterapia ogni mattina e al lavoro ogni pomeriggio; il mare lo vedo solo se decido - correndo il rischio di morire disidratata - di fare le così dette rive per tornare a casa. E avendo una pressione che non è bassa, è proprio inesistente, generalmente evito altrimenti finisce come ieri che sono praticamente svenuta in motorino. No massa simpatico, no.
Ma finalmente è arrivata l'estate, e quale modo migliore per celebrare la stagione dei gelati se non con un po' di zucchero filato? Scommetto, porcellini del web, che dopo aver letto la precedente sinossi della ficcynapiùamatadelmondo vi siete subito fiondati a comprare la macchinetta per farlo a casa in tutta comodità!
Il nostro #PoveroMalatoDiFiga deve averla ordinata su amazon in zerodue, no doubt about it, e nell'attesa della consegna invece se ne sta seduto sul water mentre Bo si lava e ci delizia della profondità millimetrica delle sue riflessioni più intime. Che si limitano all'Edwardiano pensiero "spero non abbia paura di me", fondamentalmente, niente che valga la pena riportare. Del resto è troppo impegnato a combattere il ritrovato pudore di lei - "No, Harry, non voglio che tu mi veda nuda anche se mi hai già vista nuda perché ahhhhhhh! Sono una femminuccia isterica!" - e a realizzare che effettivamente se una donna si fa la doccia e poi viene avvolta da un asciugamano e si infila una maglietta alla cazzo beh, difficilmente avrà addosso pure il reggiseno. Fortuna che il nostro eroe non si lascia intimidire dalla suorina che ha per morosa - "No Harry, non voglio che mi guardi le tette che hai già visto perché ahhhhh! Sono una femminuccia isterica!" - e stringe una clamorosa amicizia con #LeGemelle, altrimenti noi non avremmo mai avuto sapere che il Signor Padre di Bo è morto in un incidente d'auto che le ha sfregiato proprio una tetta. I problemi della vita. Anyway, ovviamente riesumare il doloroso episodio minaccia di farla piangere, quindi perché non farle toccare una diversa cicatrice?
Era come se stesse sul punto di piangere. Per questo motivo agii in fretta, togliendo la maglia dal mio petto mentre mi inginocchiavo accanto a lei. Non avevo mai mostrato apertamente a nessuno il mio segno; un paio di ragazze avevano scoperto quell'orribile ricordo mentre ci esploravamo l'un l'altro i corpi nudi, ma era qualcosa che avevo sempre cercato di nascondere.
Afferrai la piccola mano di Bo nella mia, portandola in alto sul mio fianco. Lei sembrò leggermente confusa, ancora con le lacrime che cercavano di uscire, ma continuai comunque. Chiusi gli occhi quando la portai appena sotto l'ascella; le sue dita toccarono leggermente i peli mentre alzavo il braccio sopra la testa. Feci sfiorare le punte delle sue dita sulla linea frastagliata e in rilievo lunga un paio di centimetri. Lei si sedette leggermente, cercando di guardare meglio.
"C-cosa.."
Guardò ansiosamente verso di me, la sua mano libera afferrò il mio polso per supporto.
"Ho cercato di proteggere mia madre... mio padre aveva una bottiglia."
Bo sussultò: c'era paura nei suoi occhi mentre si sedeva completamente accanto a me. Lasciai andare la sua mano ma lei la tenne lì, continuando a sfiorare la cicatrice.
"Oh, Harry." Sussurrò.
STA A VEDERE CHE SE LA SCOPA! E se non se la scopa, sicuramente l'ha liberata da quell'aria da puritana da due soldi, perché detto fatto Bo non esita nel dare il permesso di uscire a #LeGemelle che si godono un simpatico pomeriggio di giochi interrotto sul più bello da una pallosissima rivelazione: come già tutti noi sapevamo sarebbe successo, #PoveroMalatoDiFiga ha ripreso i contatti con madre e sorella, tutto grazie a Bo che l'ha convinto a chiamarle. Blablabla BORING come tutto quello che segue, l'amico Louis che hackera non si sa bene cosa e trova il numero delle due donne scomparse in neanche cinque secondi, la telefonata strappalacrime con la sorella, l'incontro con entrambe e i rancori accumulati immediatamente perdonati - "Ci hai abbandonate quando avevamo bisogno di te!" "Non credevo mi voleste" "Sei un povero idiota" - e davvero, ha senso parlarne? Ovvio che vogliono conoscere la sconosciuta morosetta, stupisce solamente non abbiano nulla da ridire sul suo insulso nome. Che meraviglia il mondo delle ficcyne, dove tutto gira sempre nel verso giusto! Per dire, il fratello dell'avversario di #PoveroMalatoDiFiga si presenta a casa sua per raccomandargli di non tirare il culo indietro e nessuno si sconvolge più di tanto all'idea che il primo sconosciuto che passa sappia perfettamente indirizzo e numero civico di un tizio che non conosce e si presenti fondamentalmente per minacciare.



Lasciamo poi perdere quello che lui ha da dire sul povero sventurato, nuovo collega di Bo, che ha la malsana idea di chiederle il numero per fare un giro e conoscere il quartiere! Gli fa una scenata tale che manco il più terrone dei terroni doc (senza offesa) si permetterebbe, chiudendola addirittura in macchina per andare a cantargliene quattro. Non stupisce del resto, il piattume assoluto di questa trama annacquata ha bisogno di piccoli picchi di dramma per mantenere viva l'attenzione, specie visto il rating rosso e la plateale assenza beh, proprio del sesso. Inutile dire che lo scopo di queste scenette da mentalità medievale servono poi a giustificare un altro tipo di scenette, da latte alle ginocchia.
"Perché l'hai fatto?" Gli chiesi a bassa voce.
La sua presa si strinse quando capì che ovviamente mi riferivo al piccolo show che aveva messo su davanti a Dan. Vidi i suoi occhi spostarsi sul segno dolorante che aveva inflitto sulla mia pelle pallida.
"Deve sapere." Disse Harry freddamente. "Lui non può averti.... nessuno può."
Perché pensava che avrei lasciato che questo potesse accadere?
Non avevo mai avuto una relazione prima di allora ma sapevo che non bisogna andare a zonzo con un altro tipo quando si ha un fidanzato.
E poi perché diavolo avrei voluto farlo, in ogni caso.
Io avevo Harry.
Lui era tutto ciò che volevo.
"Non ti fidi di me?"
Dalla mia voce trasparì più dolore di quanto avrei voluto.
"Certo che si. E' di lui e di chiunque altro che non mi fido."*
Inqualificabile, perché le cose si fanno sempre in due e tutti ricordano il clamoroso limone con #Troione no? Per quanto questo mi crei del non indifferente disagio, mi trovo in totale accordo con Bo che, giustamente, sta lì a rimuginare sul perché lui debba essere così troglodita da ribadire qualcosa che tutte le persone in una relazione danno per scontata e pienamente assodata. Diamo la colpa al caldo e andiamo avanti, perché finalmente si parla del famigerato combattimento!
E qui devo gridare all'ennesimo plagio: dopo Twilight, ecco che mi ritrovo a leggere una cosa che è ripresa sputata sputata da Un incantevole disastro, ennesima ficcyna indegna finita su carta stampata nonché ideale libricino da ombrellone nel caso vi venga voglia di farvi un due risate in faccia a chi lo definisce un capolavoro. Per non spoilerarvi quello che probabilmente sarà il mio prossimo post, per farla breve vi dico solo che il protagonista maschile, oltre ad essere uno sciupafemmine senza possibilità di redenzione, è un violento con problemi di gestione della rabbia che si paga gli studi con combattimenti clandestini. La protagonistra femminile, dall'improbabile e inascoltabile nomignolo "Pidgeon" - non è uno scherzo, lui la chiama "piccione" per davvero -, ovviamente non vuole che lui combatta. Come nel libro, anche in Dark il combattimento decisivo si svolge in un posto che non piace alla protagonista dal nome orrendo, il combattente chiede ad un amico di tenere d'occhio la ragazza, lei ha una sensazione orrenda circa come andranno le cose. Fortunatamente Pidgeon non ha la geniale idea di andare a imbucarsi nello spogliatoio improvvisato dell'avversario, come invece fa Bo. Perché quando una è furba, lo è fino in fondo.
"Signorina, non può stare qui."
Ignorai la voce irritata, concentrandomi sull'enorme ragazzo davanti a me. Lui era seduto, prendendo un sorso d'acqua dalla bottiglia mentre mi guardava. I suoi capelli scuri erano tagliati cortissimi, dei tatuaggi gli decoravano la pelle sulle braccia. Ma la mia osservazione s'interruppe bruscamente quando si rivolse a me.
"Che posso fare per te, tesoro?" Sorrise.
La sua espressione era lontana dall'essere di conforto.
"Annulla il combattimento." Chiesi.
Cioè, una mente superiore. Come abbiamo fatto a non pensarci prima, se non vuoi che il tuo morosetto che combatte per soldi, invischiato probabilmente in un giro di scommesse da urlo, di andare a chiedere al suo poco rassicurante avversario - quello che sfregia le ragazze dopo il primo appuntamento - di cancellare il match. Come abbiamo potuto non pensare ad una cosa tanto semplice! COME! Perché una cosa del genere avrebbe fatto incazzare chiunque, tanto più una persona con evidenti problemi di gestione della rabbia. Come risolve #PoveroMalatoDiFiga? Ovviamente non manda via Bo, ma se la tiene vicino per una lunga serie di pallosissimi limoni portafortuna. A noi non ce ne può fregar di meno di quel che fanno le loro lingue in un buio corridoio, quindi arriviamo al dunque: Bo non regge lo scontro. Mentre l'amore della sua vita, il suo primo ragazzo, le piglia di santa ragione con la scusa del "trovo il suo punto debole così poi con un pugno lo stendo", lei prende e se ne va in un mare di lacrime, picchia Tom scambiandolo per non si sa bene chi e quando torna al cospetto di Harry controlla che abbia ancora tutti i denti. #Priorità, come si suol dire. Inutile dire che ha vinto in due round e nell'euforia generale viene sganciata la bomba:
"Fai l'amore con me."

Cap.  32 - 36, qui il link all'EFP.
*Non mi riesce di formattarlo decentemente, chiedo scusa.

domenica 16 giugno 2013

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante: quando speri che quelle quattro pareti crollino velocemente su se stesse.

Ci sono delle volte in cui le quattro pareti della mia stanza mi sembrano troppo piccole e mi inducono un malessere e una nausea che non riesco a spiegare né capire, ma da quando ho letto These four walls ho dovuto rivedere le mie idee e arrivare alla conclusione che di sicuro son meglio di quel lugubre scantinato barra tugurio nel quale è rinchiusa Quinn (ciao, Glee, ciaone proprio).
Se pensavate che Danger fosse la regina delle fyccine oscene sul biberon più seguito su Twitter (no, non sono fake profile, invidiosi!), temo che dovrete ricredervi, perché è arrivata MeriD96 (e dovrebbe spiegarmi come faccia a sedici anni a inventarsi pornazzi che Rocco Siffredi ma chi sei?), con la sua fyccina, dal rating rosso passione e sangue, 1733 recensioni al momento (sì, avete letto bene) e un tripudio di avvertimenti come contenuti forti, non-con (ovvero stupro), violenza, dark, drammatico e triste. E manco uno sticazzi, dico io.
La scena si apre con la bimba più scema ever dopo Kelsey e Bo che si risveglia e scopre tragicamente di non essere nel suo lettino a far cosacce coi cartonati dei suoi idoli ma d'esser stata rapita da dei tizi squinternati che le fanno bere della robaccia, le tagliano le braccia, la prendono a cazzotti e rivelano al capo, aka #IlRagazzoConGliOcchiColorMiele, che è “B positivo”. Grida di giubilo, sorrisi gioviali e festeggiamenti tali che mancano solo le bandiere dell'Italia sotto al Colosseo o il trenino di Capodanno sulle note di Brigitte Bardot Bardot, Brigitte beijou beijou. Ma, un attimo, dove siamo finiti, alla sagra del vampiro di Forks? Edward Cullen, ci sei anche tu? No, lui non c'è e forse sarebbe stato meglio. 
Ovviamente, Quinn non capisce cosa succeda (l'intelligenza è sempre una qualità essenziale delle protagoniste fycciniane) e ad una ragazza domanda, nel pieno della suspense narrativa, "Tu non mi vuoi aiyaer?" Ora, oltre a voler ballare su A-E-I-O-U-Y, se ti ha rapita, cosa ti fa pensare che voglia darti una mano? Se questo non bastasse, per confermarci ancora di essere la mente più veloce di New York, Quinn ci descrive l'ambiente in cui si trova: "C'erano tantissime boccette, e materiali per esperimenti chimici, sembrava una farmacia. Ma di certo i farmacisti non erano così tanto scontrosi". Ah, tu non hai mai visto la mia farmacista, cara e, osservazione banalotta, sappi che il tuo spacciatore non è un farmacista.


Ma vogliamo parlare della scena in cui compare il boss con gli occhi miele (continuo a pensare a Winnie Pooh)? Purtroppo non è quello delle torte, ma quello degli omogeneizzati; spero vi vada bene lo stesso e sappiate accontentarvi. A quanto pare, da quelle parti si collezionano pischelle, e, se proprio ha bisogno di adolesceme ed è ridotto così male da esserne ghiotto, io saprei raccomandargliene parecchie di cui faremmo a meno. Evidentemente ha fame, perché gli amichetti se ne escono con un "avevi ordinato una ragazza", eccoti servito. Dovrò ricordarmi di chiedere ai suoi scagnozzi col pannolino di portarmi una pizza mascarpone e speck per le otto e mezzo, già che ci sono, e, se non sbaglio, una salame piccante e olive per @CoerenzaBat. Tanto paga Juss. Al quale, Quinn, rapita e malmenata brutalmente da più persone, compreso Mister Honey, pensa continuamente mentre due le aprono un braccio con un coltello ("lui andò ancora più affondo, piano piano sentivo sempre di più il polso bruciarmi e colorarsi di rosso" <-- Art Attack!), finendo con il rimuginare sulla sua vita perfetta fino a quel giorno. Della serie "Se quel giorno non fossi andata in palestra non mi sarei trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato": oh, vedete perché mi tengo alla larga da quei luoghi macabri? Non sia mai che un superpalestrato decida di catturarmi e portarmi da Bieber. Allora lì sì che sarebbero cazzi amari. Altro che quel tizio con la cresta (tenetevi sempre lontano dai punk, fidatevi) che le infila la lingua giù per la gola e la vuol violentare. 

Sorrise posò le sue labbra sulle mie. Io lo scansai e corsi dall’altra parte della stanza ma lui ovviamente mi raggiunse senza problemi e ricominciò a baciari con foga, poi si sfilò la maglietta nera e rimase a petto nudo schiacciato contro di me.
-Hai un ragazzo? Chiese sul più bello tappandomi la bocca.

Sorvolando sugli orrori linguistici che fingerò di non aver visto mai, avete presente quel bellissimo momento nel quale state per essere stuprati e tutta l'atmosfera si rovina per una frase di troppo che viene detta? Ecco, io no. Credo che nessuno possa trovarci qualcosa di lontanamente carino e degno d'essere rimembrato nei secoli a venire, quanto piuttosto la vincano lo schifo che non si può cancellare e l'orrore col quale convivere perennemente. Ma Quinn evidentemente ha trovato l'ago nel pagliaio, il raggio di sole nel cielo coperto di nubi, del buono in un mare di cattiveria. Applausi a scena aperta.


No, ok, scherzavo: fatti curare da un bravo psichiatra, Quinn, e tu, MeriD96, perché posti boiate, figliola?
Da Efpiana, posso candidamente ammettere che ricevere recensioni sia bello. Frequento il sito da sei anni ormai, ho scritto (e cancellato) tante storie e, soprattutto, ci ho conosciuto persone incredibili (altre un po' meno, ma va bene così), che posso dir di reputare amiche, tra cui la Chiù che so che tutti amate, e so per certo quanto sapere il parere di un'altra persona su ciò che si è scritto serva. A migliorarsi, principalmente, per come la vedo io. A confrontarsi, su opinioni e punti di vista differenti. A condividere delle passioni, come può essere il fangirl estremo su Orlando Bloom (considerate questa frase un coming-out, gente) col quale ho beccato le mie pazze del cuore. Ma non ho mai pensato che ricevere tre recensioni piuttosto che ventisette fosse brutto. Certo, alle volte trovare mille letture e una recensione può sembrare un po' rude, a prima vista, ma preferisco concentrare l'attenzione su quell'unica persona che ha sentito la necessità di scrivere qualcosa piuttosto che rosicare per le 999 che non l'hanno fatto. Allo stesso modo, per me scrivere era ed è un bisogno, un modo per sfogare quello che la voce si rifiuta di pronunciare, per esorcizzare paure e delusioni, per dar libero sfogo un po' a quello che mi passa per la mente, fondamentalmente. Per questo, capirete quanto mi irriti i nervi vedere bimbette che, infischiandosene delle basilari regole di grammatica, scrivono di stupri e assassini come fossero il loro pane quotidiano e usano temi delicati in maniera bislacca pur di ottenere una recensione in più. A ciò dobbiamo aggiungere che la solerte nostra autrice (che mi perdonino, se possono, tutti i veri autori per l'improprio uso del termine) concluda ogni bruttissimo capitolo con una bellissima minaccia che suona più o meno così: “se non ottengo X recensioni, non aggiorno la storia”. E le pecore accorrono, omologate alla massa e vogliose della fatidica scena di stupro (di branco?) sulla quale sbavare come se fosse assolutamente normale.
Mi altero non poco con queste storielle, ultimamente. L'avrete notato. Ma, e chiedo scusa, una cosa voglio aggiungerla: Oh, Dea delle fyccine macabre-erotiche, calati meno acidi e scendi dall'Olimpo in cui ti sei stanziata abusivamente. [Non vorrei dirtelo, ma tant'è: è contro il meraviglioso regolamento di Efp e io t'ho segnalata.]
Dove diamine è finito lo “scrivo per me, non importa quante recensioni riceverò” che io ho stampato in mente? Davvero per queste stare in cima alla lista delle più seguite e/o preferite è così fondamentale? Dio, che vite vane.

Questa è These four walls, gente, e io spero proprio che quelle quattro pareti li ricoprano tutti quanti. 
Amen.
Qui il link sull'Efp (cap. 1-2).

Ps: come mi è stato insegnato oggi, non continuo questa meravigliosa storia se non arriviamo a 5 commenti, bimbi belli. Vedete di salvarmi e fermarvi prima, quindi. Niente scherzi!

giovedì 6 giugno 2013

Dovevo proprio dirlo: quando partecipi ad un concorso e loro ti fanno cancellare la storia dall'EFP.


Sono una persona che ha grandissimo rispetto delle regole, nella vita reale così come nel web.
Non parcheggio in divieto, non imbroglio, non ho mai copiato ad un esame (bugia, allo scritto di Diritto Privato ho copiato ma voi davvero non avete idea di cosa fosse quel professore, e comunque è stata la prima e unica volta di tutta la mia carriera scolastica e accademica). Fatta eccezione per una fase estremamente ribelle alla scuola materna, nella quale esprimevo dissenso mordendo il naso ai miei oppositori, sono sempre stata estremamente pacata e rispettosa di tutto e tutti, e posso vantare di essere onesta al limite della stupidità palese. Purtroppo le disgrazie non vengono mai da sole, e tra i miei innumerevoli difetti è presente all'appello anche l'incapacità di stare zitta e indifferente quando qualcosa che per me è sacro - come le regole, per l'appunto - mi si ritorce contro di punto in bianco.
I lettori (ciao spapuzzini di casa <3) di questo blog a questo punto l'hanno più che capito che le cose, io, devo proprio dirle - e se non l'hanno capito forse è il caso si facciano un due domandine -, quindi senza perderci in un bicchiere di lacrime da directioner in preda ad un umido deliquio arriviamo al sodo: ho partecipato ad un concorso indetto sul forum dell'EFP. Zan zan zan zan! Non sarai mica così sfigata da partecipare con quella figata atomica (...) che è Glitter solo per ricevere complimenti e magari un riconoscimento, direte voi. Ebbene si. A me le recensioni piacciono e non ho paura di dirlo. Altrimenti terrei tutta la mia opinabile produzione con aspirazioni letterarie ma molto spesso imbarazzante (per gli amici PCALMMSI) chiusa nel mio pc, senza preoccuparmi di pubblicarla su uno dei maggiori siti di scrittura amatoriale in Italia e di spammarla sul mio account twitter o sulla pagina fb che mi sono autodedicata in un momento di feroce megalomania mediatica. Vedete? L'ho rifatto pure ora. Perché ricevere considerazione piace a tutti, tranne forse alla Cee che è una delle persone più modeste abbia mai avuto il piacere e l'onore di conoscere, e non stiamo qui a smacchiare giaguari (cit.), se siamo sull'EFP è perché bene o male abbiamo interesse a sapere cosa le persone, gli ignari lettori sparsi ai troppi cantoni d'Italia, pensano di quello che abbiamo la pretesa di volere (e sapere) raccontare.

domenica 26 maggio 2013

Cronache acide di una lettrice incazzata: tutta colpa dello zucchero filato.

Ma quanto siete felici di leggerci di nuovo, e con una frequenza che manco quando abbiamo iniziato questa mirabolante avventura ci sognavamo? Tantissimo, io lo so. Soprattutto perché oggi torniamo alle origini e riprendiamo in mano le avventure di Bo e #PoveroMalatoDiFiga. Ma prima di tutto sento la necessità impellente di condividere con voi questa cosa scoperta oggi, mentre bazzicavo tra le infinite opzioni di blogger: le parole che le persone hanno googlato nell'ultima settimana e che hanno permesso loro di trovare il blog.


Vorrei capire questa cosa della Parodi, ma non sono sicura di voler conoscere la risposta. Anzi, sono sicura di non volerla conoscere, ma il fascino indiscutibile che il macabro esercita su di me preme e insiste per una risposta. Del resto non perderei tempo con Dark se non fosse che lo squallido e il cheap, il grezzo e il tamarro, sotto sotto mi attraggono e reprimono in uguale misura. 
Come la nostra tenera Bo, che mentre se ne sta a guardare i fuochi d'artificio è vittima di un terribile attacco d'ormone impazzito, causata dal troppo zucchero mangiato: un attimo prima è lì tutta tranquilla con il naso per aria, abbracciata al morosetto con problemi di gestione della rabbia, e quello dopo lo sta trascinando verso la macchina con la chiarissima intenzione di abusare di lui.
Non gli diedi il tempo di finire la frase e premetti la mia bocca con forza sulla sua. Feci scivolare la mano lungo la sua pancia prima di premere duramente il palmo sul cavallo dei suoi jeans. Un basso, soffocato, gemito fece eco nell'auto. Mi allontanai dal nostro caldo abbraccio, armeggiando con le dita sulla sua cintura: il semplice compito divenne una sfida dato il mio nervosismo e l'enorme quantità di zucchero presente nel mio corpo che mi faceva tremare le mani. Sentii crescere la frustrazione, scivolando quindi un po' all'indietro per osservare meglio la fibbia nella luce soffusa.
Non esiste attacco d'ormone peggiore di quello causato da un'eccessiva consumazione di zuccheri, io ve lo dico. State sempre attente, ragazze, perché è un attimo. O meglio, è una caramella di troppo e improvvisamente tutto il vostro controllo svanisce in un rogo di pulsioni incontrollabili. Si riscontra addirittura, in alcuni casi (quello di Bo), un'incremento inumano di forza fisica. Cautela, cautela, cautela. L'attenzione non è mai troppa e noi non vogliamo certo diventare delle putty che la smollano al primo violento che passa ok? Ok. Chiusa la parentesi da campagna sociale, sarebbe logico pensare che #PoveroMalatoDiFiga non si lascia scappare l'occasione per inzuppare il biscottino, no? No.
"Mi piacerebbe tantissimo che tu facessi questo per me." Harry fece una pausa, baciando il dorso della mia mano. "Ma non sentirti come se lo dovessi fare per forza." Aggiunse.
La sua risposta mi lasciò comunque leggermente perplessa: magari stava dicendo così solo per farmi sentire meglio. Credo che lui si rese conto della mia titubanza; le sue braccia mi tennero più stretta a sè, le sue labbra toccarono la mia pelle appena sotto l'orecchio.
"Solo il pensiero delle tue belle labbra avvolte intorno a me mi ha fatto eccitare." Sussurrò in modo sensuale.
Mantenne fermi i miei fianchi mentre ruotava i suoi contro i miei. Sussultai sentendo la sua prominente erezione premere contro di me. Il suo pollice sfiorò di nuovo le mie labbra quando mi sorrise. Morsi leggermente il suo dito quando lui lo spinse tra le mie labbra; lo ritrasse, lasciandomi un lungo bacio sulle labbra.
"Un'altra volta." Sussurrò.
Gruppi di persone avevano cominciato a ritornare alle proprie auto, alcune passando tra la nostra e quella parcheggiata accanto. Non avevo davvero pensato a questa cosa: ovviamente non avrei potuto fargli niente qui, che stupida. Era tutta colpa di quel dannato zucchero filato.
DAMN YOU, ZUCCHERO FILATO! Come hai osato farti mangiare e farmi parti l'ormone! Come, maledetto traditore, con che coraggio ti vendono ai bambini?! Cose dell'altro mondo, io proprio non mi capacito. Una droga che, passato il momento di trip ormonale, ti priva di ogni energia e crolli addormentato senza motivo come succede a Bo. E secondo me aveva pure la bavetta, altrimenti leggere "La mia lingua accarezzò le mie labbra, prendendo l'umidità che vi aveva lasciato" non trova un senso logico, ma dubito sia importante. Tra una cosa e l'altra lei lo supplica di rimanere - Signora Heather la senti? -, lui si infila a letto con lei "solo fin quando non ti addormenti" e un limone tira l'altro, sappiamo come vanno queste cose. Infatti si addormenta, Bo, stremata dall'astinenza da zucchero che le ha calato l'ormone. Grazie al cielo c'è il peluche a forma di tartaruga (qualcuno può illuminarmi a riguardo? Ho saltato un capitolo? Ho rimosso come si fa con i traumi?) dove prima si posava il fisico scolpito di #PoveroMalatoDiFiga! A ciascuno il proprio palliativo.
L'alba del nuovo capitolo si apre con una notizia shock: #PoveroMalatoDiFiga torna a combattere. ZAN ZAN ZAN! Non dimentichiamo poi che lui picchia troppo forte per la sua classe di peso, così l'avversario sarà un manzo da centordici chili pronto a spezzargli tutte gli ossicini. Sorvoliamo sul fatto che lui non combatte perché è troppo pericoloso per i suoi avversari e che non c'è una sola ragione valida che possa giustificare il suo ritorno sul ring. La coerenza non è cosa per ficcyne e questa, dobbiamo concederglielo, è l'ape regina delle ficcyne assieme a Danger. Tutto è lecito, tutto è concesso. Tranne il combattimento in sé che è chiaramente illegale, come deduce brillantemente genioBo, esibendosi in una scenata di gelosia che fa incazzare fuori maniera #PoveroMalatoDiFiga dal momento che gli strappa il telefono di mano, chiude la chiamata in corso con persona misteriosa (#Troione sei tu?) e gli lancia lo smartphone in borsa. CEH! Ma sai che se solo osi fare una cosa del genere a me ti ritrovi la sottoscritta attaccata alla gola, impegnata a staccarti la testa a morsi? Ufo, robe ufo, #PoveroMalatoDiFiga sono solidale con te. Al che lui la sbatte contro gli armadiette E LE FA MALE GENTE! Le stringe un braccio e le fa male.
"Cosa c'è che non va in voi donne?" Chiese retoricamente. "E' una mia decisione, non m'interessa se a voi non sta bene!" Gridò Harry.
Non ero sicura che se ne fosse accorto, ma mentre gridava aveva istintivamente afferrato il mio avambraccio sinistro. La sua stretta aumentò progressivamente man mano che parlava. Trasalii, rannicchiandomi nella sua stretta; il mio corpo tremava, il dolore pulsava nel mio braccio. Piccoli suoni di disagio lasciarono le mie labbra dischiuse.
"Mi stai facendo male." Gemetti.
La faccia di Harry sbiancò all'improvviso, la sua mano si allontanò mentre lui indietreggiava. Mi tenni stretto il braccio dolorante al petto, la sua presa dura mi aveva fatto provare un senso di bruciore sulla pelle. Solo a quel punto mi resi conto che quelle che avevo appena pronunciato erano esattamente le stesse parole che sua sorella aveva detto al suo fidanzato prima che Harry lo picchiasse, quasi fino alla morte, nel loro giardino sul retro. Solo a quel punto realizzai quanto Harry fosse pericoloso. Avevo provato a guardare oltre il suo comportamento aggressivo, ma quando ci ritrovavamo in certe situazioni aveva ancora problemi a controllare la sua rabbia. E questo mi spaventava.
"Bo." Cercò di muoversi in avanti.
I miei occhi si spalancarono per la paura, la mia schiena premette disperatamente contro gli armadietti cercando di aumentare la distanza tra noi. Ma non ci riuscii. Ero pietrificata al pensiero che avrebbe potuto farmi del male di nuovo.
"Oh dio, ti prego no....... non di nuovo." Supplicò Harry freneticamente.
Il dolore nei suoi occhi mi spezzava il cuore, ma ero troppo spaventata per fare qualunque cosa. Si lasciò cadere sulle ginocchia di fronte a me. Il mio sguardo terrorizzato rimase fermo in avanti, senza che riuscissi a guardare in basso. Sobbalzai, ansimando quando le braccia di Harry si avvolsero intorno alle mie cosce; la sua testa si poggiò sulla mia pancia e lui mi strinse più forte quando sentì la mia riluttanza nei confronti del suo tocco. Stavo tremando.
NIENTE PANICO! Per il sopracitato non sussistere della coerenza, non ha importanza se lei in passato ha spergiurato di non aver paura del suo essere un vampiro violento, né che lui abbia giurato che non sarebbe mai diventato come il padre: mettete via quei sacchetti di carta, iperventilare è del tutto inutile in un universo dove tutto è lecito per amore del phatos. Anche perché tre righe dopo Bo sta già pensando a come confortarlo e si è ben che dimenticata del resto. Che vi avevo detto? Poi lui sta piangendo, figuriamoci se non lo perdona. Gli dice persino che è preoccupata per lui, che non vuole si faccia del male, fottesega le stesse stritolando il braccino un istante prima, dai, siamo seri! Who cares se domani avrà un livido assurdo, e spero vivamente la cosa venga approfondita, e dovrà dire a tutti che è caduta/inciampata o che sta sperimentando un nuovo tipo di massaggio che prevede di percuotersi ripetutamente con un mattone per riattivare e migliorare la circolazione sanguigna! Tanto lui combatte lo stesso. E lei rimane? Si, pronta a calarsi nei panni di cheer-leader prima e crocerossina poi. 
Diamo invece un sguardo all'avversario di #PoveroMalatoDiFiga:
"Il ragazzo è un bastardo." Tom scosse la testa disgustato prima di continuare. "E' ben risaputo che picchia a sangue qualunque ragazza con cui gli capita di uscire per una settimana."
Ora pregherei l'autrice di darmi il nome della città dove è ambientata l'ape regina delle ficcyne che la segno sulla mia lista nera, proprio sotto Seattle (dove, È RISAPUTO, succedono le peggio cose soprattutto a chi lavora al Seattle Grace), perché di trovarmi per errore in un posto dove non solo si celebra la peggio storia d'amore del mondo delle fanfiction ma esiste un essere di sesso maschile che mena a sangue le poverette che escono con lui per una settimana (manco quella che alla prima uscita non gliela da, no, dopo una settimana le corca di botte) ecco, no grazie. Inutile dire che salta fuori il movente dello scontro, il tizio in questione ha marchiato (letteralmente, non parliamo di succhiotti) Hayley - che se come me non ricordate chi sia, siamo prontamente informate che si tratta della bella e simpatica tizia conosciuta in discoteca in una delle loro prime uscite, prima che il mancato stupratore facesse casino - con una simpatica cicatrice sulla fronte. #PoveroMalatoDiFiga, siccome non scopa, ecco che si improvvisa paladino della giustizia. MOLTO BENE. 
La colpa è sicuramente dello zucchero filato, io ne sono sicura.

Cap. 30 - 31, qui il link all'EFP.


giovedì 23 maggio 2013

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante: quando uno #staystrong non basterà.

Se vi è mai capitato di parlare con una lovatic (ovvero le fan di SuperDemi), sicuramente avrete notato quanto queste ragazzine abbiano a cuore temi importanti e delicati, quali bulimia, anoressia, bullismo e autolesionismo (chi più ne ha, più ne metta), e siano rispettose di ogni altro essere umano, perché così la somma Demi predica in ogni intervista e canta in ogni suo album strapassato alla radio.
Quindi capirete come la vicenda di Annie mi abbia colpita e ferita allo stesso tempo. La nostra, abbandonata dal padre in fasce e con una madre che “non se ne importa minimamente della propria figlia”, ha come unico amico un diario segreto sul quale giornalmente scrive gli insulti che i coetanei le urlano addosso: “sei grassa”, “cicciona”, “sei una balena, tornatene da dove sei venuta”. Una sera, dopo il primo giorno nella nuova scuola, in lacrime e sotto la doccia, Annie afferra la lametta della madre e si taglia per la prima volta pur di non sentire più le risate e i brutti commenti dei compagni sul suo peso.

Era una liberazione vedere il sangue scorrere, e stetti piu' di una di una settimana senza mangiare solo per essere accettata. E ogni giorno cercavo un posto vuoto del mio polso per creare quella sensazione di liberamento.

Bam! Nel capitolo dopo è diventata anoressica ed è finita in ospedale. Ma qualche riga più sotto è guarita (magicamente) in poco tempo e tenta il suicidio. Demi, la leggi? 
Lungi da me il voler fare del facile sarcasmo su delle vere e proprie malattie come queste, ma, francamente, mi sono rotta le ovaie (perché le palle non ce l'ho) di vedere ragazzine piagnucolone che, per un bisticcio con la mamma o una vita sociale non esattamente come vorrebbero, sclerano e si lamentano di quanto siano alone in the world, si vantano di tagliarsi e dicono di essere anoressiche o bulimiche per un pasto saltato o un'abbuffata da lotro (in fiorentino “sfondato”). Proprio perché non mi va di scherzarci, non sopporto i loro costanti e offensivi tweet. Il caso più eclatante è quello della stupida – non è un'offesa, è la realtà – che per aumentare i followers annunciava al mondo la sua prossima operazione per sconfiggere il tetano contratto con una lametta arrugginita:


Si lagnano come piaghe e predicano il rispetto per chi soffre ma, visto che la coerenza è una di quelle poche cose buone che ho, pretendo dagli altri la stessa cosa e non sopporto la mancanza perenne che dimostrano di avere nei confronti di chi soffre seriamente in silenzio e non passa le giornate a inventarsi tumori pur di avere un po' di quell'attenzione che certamente non ha nella vita off-Twitter e social vari. 
Ecco perché oggi, dopo questa prima fyccina ridicola e scritta col culo (avrei potuto dire “coi piedi”, ma quest'ultimi si sono offesi per essere paragonati a ciò), faremo un tuffo veloce nello strabiliante fandom di Demi Lovato che, avrà anche sofferto di tutto ciò che dicono le sue fan (e per esserne uscita non merita che un applauso), ma ho come l'impressione che continui a cavalcare l'onda del facile guadagno sfruttando le tragedie pur di vendere qualche copia in più. 
Purtroppo, su Efp le sue lovatics scarseggiano come acqua nel deserto, ma non temete. Ne ho trovate alcune che colpiranno i vostri sensi, stordendovi.
In una la protagonista comincia a narrarci le sue tristi vicende in questo modo: “Non era una lametta era un pezzo di attaccapanni rotto” quello che usava per tagliarsi (e qui è doveroso citare @seguoilvento che, giustamente, chiede “Giovanni Muciaccia, sei tu?"); ebbene, un anno prima era caduta in depressione, è vittima di bullismo da sempre e diventa anoressica perché si vede grassa e un giorno riempie il lavandino di acqua, ci ficca la testa dentro e tenta il suicidio. E ve lo copio pari pari perché, davvero, non so se ridere per l'assurdità della narrazione e della scena in sé o piangere per la spettacolarizzazione che si vuol fare di disturbi seri che vengono presi sottogamba da queste bimbette in cerca di un minuto di agognata popolarità.

Riempii il lavandino chiudendo il buco che fa scendere l'acqua e ci immersi la testa,rstai li per un pò a mollo nell acqua gelida poi alzai il capo con il fiato che sobbalzava ad ogni tentativo di respiro,le lacrime cadevano sulle mie guance riscaldandole un  pò,avevo tentato il suicidio.

Nel sottolineare che quegli stupri linguistici sono tutti della nostra signorinella, lascio a voi i commenti perché, come si dice dalle mie parti, unn'ho, gente. Quel che è sicuro è che questo tentativo potrebbe finire nel manuale di prossima pubblicazione Hot to commit suicide: common mistakes you can avoid to succeed.
Comunque, qui entra in scena lei, Demi Lovato, la Madre Teresa di Calcutta dei giorni nostri, la dottoressa dei mali dell'anima, colei che salva coloro per i quali la medicina niente può. Oh, piccola parentesi: state studiando Medicina, Chimica e simili, lettori, oppure avete intenzione di intraprendere queste carriere per aiutare il prossimo? Volete diventare carabinieri, poliziotti o vigili del fuoco per spegnere incendi e salvare gattini in pericolo sugli alberi? Vi do un consiglio: date fuoco ai libri, seppellite le vostre false speranze e formate una band al grido di “canta per le bimbe, salva il mondo!” Solo così aiuterete il prossimo. Fine parentesi.
Della terza vi riassumo velocemente le fasi perché ha dell'incredibile. Ellis è sola, si taglia, digiuna da un po'; i suoi non la capiscono, i compagni la bullizzano e l'unica forza che ha è quella che le trasmettono i suoi idoli. Vi ricorda qualcosa? Ma per fortuna arriva un'amica, tale Alis (l'omofonia ci aiuta a definirle due facce di una stessa medaglia ridicola e malmessa), che è sola, si taglia, digiuna da un po'; i suoi non la capiscono, i compagni la bullizzano e l'unica forza che ha è quella che le trasmettono i suoi idoli. [Il copia-incolla mi ha aiutato] Le due diventano in un giorno BFF. Ma accade la tragedia. Alis si taglia, finisce in ospedale, è in coma. Mentre tutti disperano, dal nulla, sbucano Demi e Justin che, come angeli custodi e salvatori d'anime dannate, con la sola presenza, la fanno risvegliare. E tutti vissero felici e contenti.
Almeno, loro di sicuro, non io che ho letto e continuo a sprofondare nel marasma di queste fyccine che non hanno né capo né coda. Mi verrebbe voglia di prendervi in massa e portarvi negli ospedali, farvi vedere com'è che si riduce una ragazzina anoressica, farvi sentire la consistenza di quei corpicini ridotti alle ossa, farvi vedere com'è che vengono nutrite forzatamente pur di tenerle in vita, per giorni, settimane, mesi, se non anni a venire. Non si guarisce in un giorno, razza di stupide, né un cantante vi aiuterà ad uscirne perché, per quanto possa far star bene la musica del proprio cantante preferito (e non chiamatelo idolo, sant'Iddio), quel mostro che vi cova nel petto non scompare alle prime note, sta lì e dovete imparare a conviverci, finché pian piano la sua voce si attenuerà e non l'ascolterete più ripetervi che non siete all'altezza, che tanto non sarete mai abbastanza, che è meglio sparire lentamente. Vorrei portarvi a conoscere chi davvero tenta il suicidio, perché disperato da una vita che non riesce a vivere pienamente, per delle paure più grandi di lui, per dei dolori che sembrano insopportabili. Vorrei farvi provare come si sente una donna violata, stuprata non solo nel corpo ma nell'anima, con la vergogna che diventa un vestito che non si riesce a togliere, col disprezzo di sé che l'accompagna giornalmente, cercando una ragione che non dipende da lei. Vorrei lasciarvi ascoltare chi giornalmente fa delle chemioterapie, perde i capelli ma non la forza di andare avanti, si alza e affronta le cure, in silenzio, con quella dignità che solo chi soffre sul serio ha. Vorrei portarvi nei reparti oncologici per sapere se poi, davvero, dopo aver visto bambini, donne e uomini di ogni età, attaccati a flebo e consci di una speranza che fievolmente se ne va, continuereste ancora a fingervi malate terminali in cerca di qualcuno che vi dica "sei forte, ce la farai, Justin è con te".
Potrei parlarvi di Elisa, quell'amica che ho visto, nel giro di tre mesi, perdere trenta chili per un'ossessione che è diventata malattia, che ha dovuto abbandonare la ginnastica che l'aveva portata a grandi livelli, che per sei anni ha visto giornalmente una psicologa, che deve girare col misuratore di glicemia (perché la perdita di peso le ha portato in regalo il diabete) e la vedevo controllare i livelli ogni tre ore su delle dita scheletriche, che mangiava gelati dopo ogni pasto per prendere più peso, che, per una dieta fatta da un'incompetente senza laurea, ancora paga le conseguenze, che ha allontanato tutte le amiche che cercavano di farle capire quanto tutto quello fosse sbagliato. Ma poi vorrei dirvi che rivederla qualche tempo fa è stato bellissimo, che quel sorriso genuino sul suo volto finalmente tornato ad un peso stabilizzato è stato un colpo al cuore, che trovarla finalmente in pace con se stessa è stato un momento straordinario. Potrei poi raccontarvi di come ho passato da sola il mio diciassettesimo compleanno, perché mamma aveva la sua prima chemioterapia, e di come dall'ultimo ciclo di radioterapie abbia il terrore di dover riaffrontare tutto quanto un'altra volta ma... A voi non fregherebbe un cazzo e a me, di parlar con chi finge una malattia e dichiara di essere bipolare solo perché lunatica, non interessa. Una cosa però vorrei dirvela: mi fate schifo. Vi auguro che non dobbiate mai avere a che fare con qualcosa del genere perché, allora, davvero, non vi basterà la musica e l'ultima cosa a cui penserete sarà sfogarvi su un social-network. Vi circonderete degli affetti veri, caldi, e non sarà certo l'essere in cima alle tendenze di Twitter con uno #staystrong che vi guarirà.

Uno, due, tre sull'Efp.

Ps: predicare bene e razzolare male: you're doing it right. Complimenti vivissimi.